Finalmente si parte! da Amsterdam dopo un volo di 8 ore arriviamo ad Entebbe.
ad attenderci All’aeroporto c’è Pilù un ragazzo italiano e Tom la nostra guida-autista Ugandese con il loro Toyota. e … il profumo dell’Africa
una notte di riposo e l’indomani siamo già sulla strada per l’inizio del nostro tour.
si passa per il caotico traffico di Kampala in direzione Murchison Falls dove si arriva dopo diverse ore di un misto fra asfalto e sterrati
superato l’ingresso del Murchison Falls nat. Park, si vanno a visitare le cascate via terra, percorrendo un breve percorso sulla cresta della collina che fiancheggia la cascata e poi un altro che arriva quasi a contatto delle acque del fiume che si gettano nel salto di circa 70 mt.
Oltre all’originario salto che il Nilo fa nel formare la cascata, circa 10 anni fa, si è aperto un nuovo fronte di caduta a circa 150 mt di distanza dal primo e parallelo ad esso, così ora la cascata si è arricchita di un secondo spettacolare turbinio di acque in caduta libera.
Stanchi del tragitto durato tutto il giorno, si va al nostro lodge che è al di là del fiume
dobbiamo arrivare in tempo per prendere la chiatta che ci porterà dall’altra parte del Nilo Bianco.
arriviamo giusto in tempo per l’ultima chiatta , che ci traghetta sull’altra sponda in pochi minuti
si tratta di una piattaforma di ferro con 2 motori di trattore capace di portare circa 8-10 mezzi più le persone a piedi.
è quasi sera i colori sono smorzati, languidi.
La mattina successiva ci aspetta il nostro primo safari ugandese.
Incontriamo varie specie di animali,
varani del Nilo
simpatici babbuini
superbi esemplari di kob Ugandesi
i timidi oribi
leggiadre pavoncelle spinose
nascosti nell’erba alta piccoli dik dik
più avanti maestosi esemplari di waterbuck o antilopi d’acqua
damalischi con corna sottili e puntute, incurvate verso l'alto
lo strano bucorvo
e infine le splendide giraffe reticulate
Le ore passano in un baleno, è tardi bisogna rientrare.
Il pomeriggio ci si imbarca per una risalita del fiume fino a qualche centinaio di metri dal salto delle Murchison Falls.
Poco dopo la partenza avvistiamo mole dei primi ippopotami che ci scrutano a pelo d’acqua , e avvertiamo i loro grugniti
Durante il tragitto di circa 2 ore, ammiriamo le sponde del corso d’acqua che brulicano di vita
sono abitate da uccelli acquatici di tutti i tipi,
molte varietà di cicogne
aquile,
colonie di cormorani e di egrette
tanti, tanti animali che a più riprese si possono vedere, fotografare e filmare.
le rive del fiume sono piene di coccodrilli, che se ne stanno tranquilli sulla riva a godersi il sole ma quando si muovono mostrano una rapidità ed agilità sorprendenti
più avanti si abbeverano gruppi di elefanti
il rumore dell’acqua precede la vista della cascata
l’acqua del fiume è coperta da una schiuma impalpabile, originata dai milioni di metri cubi d’acqua della cascata che precipitano nella roccia la schiuma nasce dal rimescolamento potente dell’acqua nell’acqua.
Al ritorno i colori del tramonto accendono il cielo..
L’indomani, Lasciamo il Murchison nat. park, e le sponde del lago Alberto, per il parco nazionale di Kibale, passando per Hoima, Kagadi e quindi Fort Portal,
ci attende una intera giornata di trasferimento
La pista è spesso occupata da mandrie di buoi con possenti e bellissime corna.
attraversiamo piccoli centri abitati dove il turismo non esiste, dove si vedono bambini che giocano, e persone di tutte le età che vagano senza apparente meta.
Molti sono in bicicletta con carichi pazzeschi di legna legata sopra, sacchi di carbone, matoke e chissà cosa altro…..
tutto in mezzo alla polvere rossa onnipresente che anche noi contribuiamo a produrre al passaggio della nostra toyota
arrivati a Fort Portal Ci fermiamo a mangiare i matoke, le banane verdi che vediamo sempre trasportate in enormi cespi in bilico sulle biciclette.
E’ la prima volta che mangiamo i matoke , sono buone e sanno di patata.
si prosegue poi per il lago Nyinabulitwa dove si pernotterà per 2 notti in una accomodation con vista sul lago, molto particolare e davvero bella.
Il posto è tranquillo e ricco di vegetazione ed è a gestione quasi familiare con proprietaria una donna ugandese di origini pakistane
Proprio davanti alla porta delle stanze assegnate, che stanno a circa 15 mt dal livello dell’acqua, si apre il panorama del piccolo lago con tutte le sponde verdi per la ricchezza di vegetazione.
Un albero di heritrina sul pendio, fra le stanze ed il lago, completamente fiorito di vividi fiori rosso-arancio, fa da dimora ad un nido di una coppia di uccelli col loro piccolo.
Dopo esserci ristorati nel gazebo con vista sul lago, decidiamo di fare una gita in barca a remi.
Due ragazzi ci portano sulla sponda di fronte per visitare la “casa sugli alberi”, un piccolo punto di osservazione fra la vegetazione, dove una sorta di palafitta si erge a circa 7-8 mt dalla riva del lago.
Avvistiamo qualche scimmia e qualche uccello e poi torniamo in barca, facendo il periplo completo dello specchio d’acqua, osservando aquile pescatrici ed altri uccelli acquatici, infine si rientra alla base.
Il tramonto è davvero splendido!
L’indomani alle 8.00 dopo aver fatto colazione, siamo all’ingresso del parco Kibale per il trekking nella foresta alla ricerca degli scimpanzee.
Arrivati all’ingresso del parco un ranger ha il compito di darci le istruzioni sul comportamento da seguire durante l’escursione.
Si dividono i gruppi di persone fra i vari ranger-guida e ci si immerge nel verde fitto degli alberi e del sottobosco.
C’è una bella temperatura ed il terreno è quasi tutto in piano con qualche dislivello non troppo impegnativo.
La foresta è silenziosa fino a che non si sentono in lontananza i primi schiamazzi degli scimpanzee, sono davvero dei campioni in queste cose.
La guida seguendo le grida sempre più vicine, ci porta fin sotto gli alberi dove sono le scimmie.
ci aggiriamo con il naso all’insù eccoli uno, due, tre, non sappiamo più dove guardare, sono i nostri primi scimpanzé liberi
sotto alberi altissimi, vediamo scimpanzee che si spostano da un ramo all’altro, fanno chiasso, mangiano, giocano e buttano tutto di sotto, …..
camminiamo su un tappeto di frutti simili alle nostre albicocche, che sono la ghiottoneria degli scimpanzé
Strada facendo ne incontriamo una a terra che riusciamo ad avvicinare a circa 4 mt e che con fare fra il distratto e l’indifferente ogni tanto ci butta uno sguardo addosso, tanto per controllare cosa facciamo e poi dopo qualche minuto si allontana nel fitto del fogliame.
siamo tutti impegnatissimi a fotografare e filmare per buoni 45 minuti troppo bello per essere vero!.
Durante il ritorno incontriamo ancora uno scimpanzee a terra appena sceso dall’albero e che come l’altro si lascia riprendere per buoni 10 minuti e poi con fare tranquillo ci passa vicinissimo a 2 mt e si allontana.
Stanchi ma felici torniamo lodge La mattina, dopo colazione ci aspetta un’altra giornata di duro trasferimento verso il Queen Elisabeth National Park.
Durante il tragitto, scuole lungo tutto il percorso con tantissimi bambini
Attraversiamo un mercatino locale dove c’è uno sfoggio di colori vivaci e persone sorridenti
Siamo sempre più indolenziti, anche se i Km da fare non sono molti, su queste strade “non strade” si perdono ore e ore.
si passa per Kisane costeggiando la catena delle montagne del Ruwenzori, invisibile alla vista per le perenni, o quasi, nebbie che le celano.
La prossima tappa è il punto in cui passa l’Equatore, dove scendiamo per alcune foto
Alla fine arriviamo all’ingresso del parco Q.E.
dopo le procedure burocratiche al posto di controllo, entriamo ed iniziamo una pista peggio di tutte quelle fatte finora che spesso costeggia strapiombi su coni vulcanici a volte con specchi d’acqua
finalmente si arriva al lodge definito il più bello ci sia in Uganda e cioè al Mweya Lodge con splendida vista sul canale Kazinga che unisce i due laghi Giorgio ed Edward.
Una giusta e meritata pausa di relax con il pranzo e poi nel pomeriggio gita in barca di 2 ore risalendo il canale Kazinga sino al lago George
Il battello parte lento e si dirige sulla sponda di fronte, arrivando a ridosso di un gruppo di ippopotami immersi nell’acqua E a mandrie di bufali anch’essi nell’acqua a rinfrescarsi
poco più indietro, il crinale verdissimo di una collina degrada verso le acque del canale.
La barca scorre lentamente a pochi mt dalla riva e permette di vedere bene e da vicino tutti gli animali che popolano la zona:
sulla sponda miriadi di uccelli acquatici multicolori rumoreggiano
sono aquile pescatrici, egrette, aironi, cavalieri d’Italia, cormorani , cicogne, pellicani, , martin pescatori, e molti altri uccelli che si alzano in volo al nostro passaggio
le rive sono popolate da numerose colonie di uccelli e da coccodrilli,
Il paesaggio è quasi fiabesco e se non ci fosse il vociare delle persone presenti ed i click degli scatti di chi fotografa, sembrerebbe un paradiso terrestre.
passiamo di fronte alla colonia di pescatori che vive in questa zona e che al tramonto partono con le loro barche a remi per la battuta di pesca alla tilapia, pesce di lago e cibo base per queste genti insieme al matoke.
Mentre i pescatori si avviano remando verso l’uscita del canale e l’ingresso al lago per la battuta di pesca, noi rientriamo alla base di partenza e quindi poi al nostro lodge,
ci attende una cena sotto il porticato con vista sulle acque sottostanti la collina su cui sorge la struttura.
l’indomani ancora una giornata dura di trasferimento verso il Bwindi Impenetrabile National Park, cioè: il parco dei gorilla attraversando la foresta di Maramagambo.
All’alba Tom con la jepp è già pronto,
Fa freddo, l’aria è pungente la jepp si muove lenta pronta a fermarsi in ogni momento
Ci attende il solito interminabile trasferimento, e neanche a dirlo le strade sono una chimera
ben presto scorgiamo il primo gruppo d’elefanti che pigramente sta risalendo dal canale, animali in continuo movimento, attraversano il Q.E.N.P. alla ricerca di acqua, cibo, ed ombra.
Il Queen Elizabeth è veramente enorme, al suo interno ci sono ambienti completamente differenti.
La foresta un tempo era popolata da migliaia di animali, ma la dittatura di Amin ha lasciato il segno anche qui. non c’è la quantità di animali che si trovano nelle piane del Serengheti o del Masai Mara
Via via incontriamo varie antilopi tra cui waterbuck e cobi dell’ellisse,
e un animale non facile da vedere e che è tipico di questo luogo, l’ilocero gigante delle foreste, un animale simile al facocero, più grande, scuro e dalla faccia da “diavolo”!
Riprendiamo il tragitto e, tanto per complicarci la vita, decidiamo di fare una strada particolarmente dissestata ma stupenda con un paesaggio che dire verde è poco!
Un susseguirsi di scorci mozzafiato, colline verdi ricoperte di foresta pluviale oppure altre prive di vegetazione per far posto alle coltivazioni delle genti di questo territorio.
Si vede che la vegetazione è straripante di salute e che la terra deve essere straordinariamente fertile.
Ogni tanto una sosta per sgranchirsi le gambe o una foto …… e poi si risale sulla Toyota.
Si esce dalla foresta scendendo un pò di altitudine, ma non molto, perché intorno ai 2.200 mt c’è il parco del Bwindi, dove arriviamo nel tardo pomeriggio dopo aver attraversato innumerevoli piantagioni di tè, matok, banane ed altro.
Le due notti che ci aspettano le passeremo in un campo tendato fisso abbarbicato su una collina
Di fronte a noi la collina dove domani mattina ci inoltreremo per andare a trovare il “Silver back” Mubare e la sua famiglia,!
La mattina dopo ci dirigiamo a piedi, al punto di riunione del parco, dove un ranger spiega cosa faremo, i comportamenti da tenere coi gorilla e altre notizie utile per questo trekking molto speciale ed eccitante.
la scorta armata che ci accompagna è già pronta.
le ultime raccomandazioni, il bordo dei calzoni sparisce dentro i calzettoni per evitare che le formiche risalgano le nostre gambe. e con l’aiuto di un bastone, ci mettiamo in moto,
Si va verso la collina di fronte, attraversando un piccolo ruscello su un ponte di legno.
Si cammina su un Terreno percorso da rivoli d’acqua e pietrisco Si deve fare attenzione, si scivola con facilità
Quando serve, il mio aiutante o mi tira o mi spinge da dietro per superare i passaggi critici.
dopo 1 ora e 10 minutidi cammino ci fermiamo, la guida ci dice di lasciare i bastoni, prendere la camera e guardare qualche mt sopra le nostre teste: i gorilla sono lì sopra di noi!!!
Che emozione! Facciamo altri 5-
Se ne vedono due nell’ombra fra le foglie, sono a qualche mt di distanza uno dall’altro.
Il cuore batte all’impazzata,
Uno sta seduto e ci guarda, l’altro dalla parte opposta si muove fra le foglie.
Vedere gli occhi profondi, quasi umani che si incrociano, i nostri ed i loro….. è emozionante! Chissà cosa pensano…… come ci vedono…… verrebbe voglia di andargli incontro ed avere un contatto fisico, ma ovviamente non è possibile
Nel frattempo arriva Il Silver back e ce lo vediamo passare davanti un paio di mt sotto di noi, tutta la sua schiena argentata si vede benissimo, come pure la grande testa a pera.
il silverback, , al nostro avanzare alza appena la testa per controllare che tutto sia a posto
i piccoli giocano sugli alberi
Si rimane in gruppo, in silenzio e ci si affanna, ma con calma, per scattare o riprendere immagini.
Il ranger ci indica in alto sui rami, ce ne sono altri 3 fra cui dei giovani gorilla.
Intanto alle nostre spalle, 3 gorilla giovani si sono messi vicini a riparo di larghe foglie, uno si sdraia, l’altro sgranocchia un ramoscello e il terzo ozia.
L’esperienza con i gorilla è diversa da tutte le altre, come li vedi capisci che non hai di fronte a te un animale, senti che c’è qualcosa che ci accomuna
Il cielo che si intravede fra la vegetazione, alterna momenti di azzurro a cupe nuvole.
Il silverback si alza, è enorme, il suo manto risplende sotto la luce
Ogni tanto si sposta e non sempre è ben visibile.
Il tempo passa….. ce lo ricorda il ranger che al massimo per 1 ora ci farà restare insieme a queste splendide e pacifiche creature
il ranger ci indica il Silver back Mubare che seduto a fianco di un tronco ci osserva con attenzione ed insistenza, a volte guarda altrove ma di sicuro non perde una mossa da parte nostra.
Poi dopo averci fatto capire che è lui il padrone di questa foresta, si allontana fra gli alberi
La guida ci dice che è ora di rientrare ma nessuno si muove da dove è, credo che tutti pensino la stessa cosa: restiamo ancora un po’!
Non è possibile e così si inizia la discesa della collina
Il pendio è tremendamente scivoloso e malgrado gli scarponcini da trekking Ogni tanto i piedi perdono aderenza e qualche scivolata la fanno quasi tutti,
oramai completamente inzuppati dalla pioggia che cade a dirotto Si esce dalla foresta,
torniamo all’ingresso del parco dove sotto un gazebo le guide ci regalano un attestato di partecipazione al trekking con i gorilla del Bwindi.
Si rientra al campo tendato bagnati come pulcini ma contenti di aver fatto questa esperienza, una cosa unica che poche persone fanno.
poi nel pomeriggio un giro nei negozietti che sono sulla strada, l’unica per chi arriva al Bwindi
Al mattino abbiamo le ossa a pezzi Facciamo colazione e partiamo per il lago Bunyonyl nei pressi della città di Kabale.
Attraversiamo una foresta con un punto più alto a circa 2.500 mt dove dicono esserci gli elefanti di foresta, ma in una vegetazione così fitta vederli sarebbe una cosa eccezionale.
attraversiamo coltivazioni arrampicate su pendii ripidi dove viene sfruttata tutta la terra disponibile, dalla base alla cima.
Di tanto in tanto incontriamo qualche persona, per lo più donne, con i loro carichi sulla testa.
Arriviamo al lodge all’ora di pranzo dopo aver percorso una strada completamente
I cottages si trovano sopra una collina da cui si domina il Lago Bunyonyi disseminato di isole e incastonato tra le montagne
Rimaniamo estasiati dallo spettacolo che si apre di fronte a noi, sembra di ammirare una cartolina.
Un posto splendido, un bel colpo d’occhio, un grande lago con molte diramazioni e numerose isole, piccole e grandi.
nel pomeriggio con una barca a motore, si raggiunge dopo circa 1 ora di navigazione, un piccolo villaggio di pigmei con poche capanne, persone estirpate dalla foresta e considerate mezzi-uomini mezzi-animali dalla popolazione Ugandese, esiliati in un luogo remoto dove per vivere hanno bisogno anche degli aiuti esterni di chi porta loro del cibo!
Non si può dire siamo belli….. di certo hanno fatto la fine degli indiani d’America.
Durante il tragitto per arrivare alle loro capanne ed al ritorno, uno stuolo di bambini ci scorta, incuriositi dal nostro aspetto e sperando di rimediare qualcosa da noi, qualunque essa sia.
Danzano per noi per qualche minuto e poi ci offrono la loro semplice mercanzia per racimolare qualche soldo.
Rientriamo al tramonto e nonostante l’aria pungente rimaniamo ad ammirare il panorama fino a che il sole non sparisce dietro le montagne.
al mattino si riparte per Entebbe dove ci aspetta l’ultima tappa del nostro tour, vale a dire la visita dell’isola di Ngamba sul lago Vittoria,
fermiamo lungo la strada dove troviamo dei bellissimi banchi di frutta e verdura, che sembrano quasi delle opere d’arte
In una mattino nuvoloso e piovoso partiamo da Entebbe per andare a visitare l’isola di Ngamba.
c’imbarchiamo con il lago piuttosto mosso su una barca veloce che sbatte per un ora tra le isole del lago Vittoria.
la sensazione che si hainon è quella di navigare in un lago , ma nel mare, si è sopraffatti dall’immensità, dalla mancanza di terra all’orizzonte.
A ridosso dell’isola le acque si calmano e raggiunto il piccolo molo scendiamo a terra.
Sbarchiamo, ci accolgono i responsabili dell’isola, si perché l’isola è un santuario per la protezione degli scimpanzé orfani
Dopo una veloce riunione con i ranger ed una pausa per bere qualcosa, ci portano su una passerella in legno a qualche mt da terra, così da poter osservare gli scimpanzee che escono dalla foresta e si avvicinano a noi
sanno che 2 volte al giorno viene data loro della frutta, in quanto le dimensioni dell’isola non sono sufficienti a sfamare tutti gli scimpanzé e in quel momento è possibile osservarli da vicino separati solo da una rete,
Urlano, corrono, giocano, litigano fino a che il cibo non li mette tutti d’accordo e pian piano se ne tornano fra gli alberi a consumare ciò che avidamente hanno raccolto.
La riserva fa parte insieme a quelle in Kenya, Tanzania e Repubblica Democratica del Congo della fondazione di Jane Goodall , la donna che ha fatto conoscere gli scimpanzé al mondo, quella che ha scoperto che anche gli scimpanzé usano gli utensili gettando sgomento nel mondo scientifico
perché come disse Louis Leakey “
Ora dobbiamo ridefinire l’uomo, ridefinire gli utensili o accettare gli scimpanzé come esseri umani”.
Ma al di là di tutte le prove scientifiche , basta guardarli negli occhi, e l’ 1,6 % di DNA che ci separa, svanisce.
E’ tardi dobbiamo tornare, un ultimo sguardo e via sul lago.
Si rientra ad Entebbe col mare calmo ed il sole che alla fine è uscito nel cielo.
Ormai il viaggio è finito….. resta il pranzo in un lussuoso albergo sul lago e in serata l’aereoporto di Entebbe, è l’inizio del nostro viaggio di rientro in Italia.
Questa sera si torna a casa.